Martedì, 13 Agosto 2019 20:54

Rinnovare le facciate con le piante rampicanti? Perche' no?!

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Stiamo parlando delle piante rampicanti classiche, che svolgono la loro funzione naturale. Luoghi comuni sulla fattibilità? Da vendere.

Nessun giardino verticale o simili, ma proprio quelle piante rampicanti di cui, la maggior parte dei non addetti o appassionati, conosce solo l'edera o la vite canadese. Sfatiamo innanzitutto i pregiudizi.
"Le piante rampicanti sulla facciata, hanno bisogno di manutenzione":
NO. Le piante rampicanti non hanno bisogno di manutenzione. Svolgono il loro naturale lavoro di arrampicarsi senza alcun bisogno di supporti, ad eccezione di impianti particolari dove si vuole diversificare ad esempio la qualita' del risultato. Per il resto, una volta posata, non necessita nemmeno di grandi cure.
"Le piante rampicanti rovinano l'intonaco":
NO Le pianti rampicanti hanno delle piccole radici che funzionano piu' o meno come delle ventose, ma il loro fine e' di spostare la pianta, con la crescita, verso la ricerca della luce.
- "Le piante rampicanti portano umidita' all'abitazione":
NO Innanzitutto svolgono egregiamente la funzione inversa: ossia, se l'edificio e' eccessivamente esposto al sole, aiutano ad ombreggiare la facciata e quindi a rinfrescare l'abitazione, durante le stagioni calde. Durante l'inverno, le piante rampicanti che perdono le foglie, non creano alcun problema di umidita'. Quelle che non perdono fogliame, hanno comunque una caratteristica naturale di convogliare l'umidita' e l'acqua piovana verso il terreno dove hanno la radice, per favorire il proprio nutrimento. E' opportuno comunque contattare un esperto per realizzare la vostra facciata verde: la soluzione ottimale varia a secondo le caratteristiche del terreno, dell'orientamento della casa e... dei vostri gusti.

Letto 2304 volte Ultima modifica il Martedì, 13 Agosto 2019 20:55
Simone Locatelli

Nato a Milano, fin da piccolo ha le idee chiare sul suo futuro e sa cosa diventerà da grande. Cresce in una casa che dispone di un ampio giardino e si appassiona fin da subito al verde e alle piante. Consegue cosi’ il diploma di perito agrario nel 1988 e si specializza, l’anno successivo, come agrobiotecnico.

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